Terre d’ombra 2019 COLLI TORTONESI - DOC ROSSO

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    Terre d’ombra 2019 COLLI TORTONESI - DOC ROSSO

    “I venti capricciosi della valle si fanno ad un tratto più freddi,
    le nubi erranti come vele piangono sul fianco dei colli verdi,
    ma noi, lasciando le pene e i timori che angosciano
    gli altri uomini berremo, e pianga aprile finché vuole,
    il rosso vino scaldato dal sole”.
                                                           (J.C.E. Bowen)

    Terre d’Ombra è il vino ottenuto dalla lavorazione di uve autoctone a bacca rossa dal vitigno battezzato con il nome di mio nipote Carlo Alberto.

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    Scheda tecnica

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    Uve rosse locali.

    Pozzol Groppo (AL). Vigna: Carlo Alberto

    Altitudine: 370-380 mt. Esposizione: est, nordest - Allevamento: Guyot - Conduzione: Biologico Olistico

    Vendemmia: Manuale in cassetta con selezione dei grappoli.

    Vinificazione: 15 giorni di macerazione sulle bucce, fermentazione spontanea con lieviti indigeni.

    Maturazione: 12 mesi sulle fecce nobili in vasca di acciaio.

    Affinamento: 24 mesi in botti di rovere francese da 500 litri di media tostatura e grana fine, 24 mesi in bottiglia

    Vista: Rosso rubino scuro e intenso, brillante.
    Naso: Frutta rossa, ciliegia, prugna, mora, leggera speziatura, note balsamiche, vaniglia, apre al terziario su note di fave di cacao, cuoio, corteccia.
    Bocca: Grande struttura, caldo, minerale e sapido in chiusura, con lunga persistenza aromatica
    Abbinamenti: 

    PRIMI PIATTI:

    Agnolotti al brasato → La ricchezza del ripieno di carne brasata richiama le note terziarie del vino (cuoio, corteccia), mentre la struttura del vino bilancia la succulenza del piatto

    Tagliatelle ai funghi porcini → Le note terrose e intense dei porcini si sposano con la mineralità del vino, mentre la sua struttura sostiene la cremosità del condimento

    Risotto al tartufo nero → La complessità aromatica del tartufo trova corrispondenza nelle note speziate e balsamiche del vino, creando un'esperienza olfattiva armoniosa

    Maltagliati al ragù di cinghiale → La selvaggina richiama le note terziarie del vino, mentre la sua acidità bilancia la grassezza del ragù

    SECONDI PIATTI:

    Brasato al vino rosso → Le lunghe cotture sviluppano aromi complessi che si abbinano alle note terziarie del vino (cuoio, corteccia). La struttura del vino regge la ricchezza del piatto

    Stracotto di manzo → La tenerezza e succulenza della carne trova equilibrio nella tannicità del vino, mentre le note di frutti rossi puliscono il palato

    Filetto di manzo ai funghi porcini → La delicatezza della carne si sposa con l'eleganza del vino, mentre i funghi ne richiamano le note terrose e minerali

    Selvaggina (cervo/cinghiale) → Le carni selvatiche hanno una complessità aromatica che si abbina perfettamente con le note terziarie e speziate del vino

    Tagliata di manzo → La succulenza della carne trova equilibrio nella struttura del vino, mentre la rucola richiama le sue note vegetali e balsamiche

    FORMAGGI:

    Castelmagno stagionato → La sapidità e mineralità del formaggio si sposano con le stesse caratteristiche del vino, creando un abbinamento per concordanza

    Grana Padano riserva → Le note umami del formaggio stagionato trovano equilibrio nella struttura del vino e nelle sue note terziarie

    Pecorino stagionato → La grassezza e sapidità del formaggio viene bilanciata dalla tannicità e mineralità del vino

    Montébore → Essendo un formaggio della zona, condivide con il vino la stessa "mineralità del territorio", creando un abbinamento territoriale perfetto.

    VEGANI:

    PRIMI PIATTI:

    Risotto ai funghi porcini e tartufo nero → La complessità aromatica dei funghi e del tartufo richiama la struttura del vino e le sue note terrose/minerali

    Pappardelle al ragù di seitan e funghi → La consistenza "carnosa" del seitan e l'umami dei funghi bilanciano la struttura del vino, mentre le note speziate creano armonia

    Ravioli ripieni di carciofi al timo → L'amarognolo del carciofo dialoga con la tannicità del vino, mentre il timo richiama le note balsamiche

    SECONDI PIATTI:

    Wellington di portobello → La consistenza carnosa del fungo e la croccantezza della sfoglia creano un contrasto interessante con la morbidezza del vino, mentre le note terrose si armonizzano

    Stufato di seitan e funghi al vino rosso → Le lunghe cotture sviluppano aromi complessi che si abbinano alle note terziarie del vino (cuoio, corteccia)

    Arrosto di tempeh alle erbe aromatiche → La fermentazione della soia sviluppa note umami che si sposano con la struttura del vino, mentre le erbe richiamano le note balsamiche

    PIATTI UNICI:

    Melanzane ripiene di quinoa e funghi gratinate → La consistenza cremosa della melanzana bilancia la tannicità, mentre la quinoa croccante crea un contrasto strutturale interessante

    Polpettone di lenticchie e funghi porcini → La ricchezza proteica delle lenticchie e l'intensità dei porcini sostengono la struttura del vino

    FORMAGGI VEGANI STAGIONATI:

    Formaggi fermentati a base di anacardi → La fermentazione sviluppa complessità aromatiche che dialogano con le note terziarie del vino

    Formaggi vegani affumicati → Le note affumicate creano un ponte con le note speziate e terziarie del vino

    L' azienda si distingue per un approccio olistico alla produzione dei propri vini, che si fonda su una visione integrata e rispettosa della natura. 

    Ecco come seguo i principali concetti olistici che guidano la mia attività con I Carpini:

    1. Rispetto per la biodiversità: Mi impegno a promuovere un equilibrio naturale nel vigneto, preservando flora e fauna locali per garantire la sostenibilità dell’ecosistema.

    2. Viticoltura biologica: Utilizzo solo metodi di coltivazione biologici, evitando pesticidi chimici e fertilizzanti sintetici, per proteggere la salute del suolo e delle piante.

    3. Approccio ciclico: Seguo i ritmi naturali delle stagioni e i cicli lunari per le attività di potatura, raccolta e vinificazione, rispettando la natura.

    4. Valorizzazione del territorio: Riconosco il "terroir" come elemento essenziale, rispettando le caratteristiche uniche del terreno e del microclima locale per esprimere al meglio i vini.

    5. Gestione olistica del vigneto: Ogni mio intervento è volto a migliorare l’armonia complessiva della vigna, prestando attenzione alla crescita delle piante e al bilanciamento naturale del vigneto.

    6. Interventi minimi in cantina: In cantina riduco al minimo gli interventi, per permettere al vino di esprimere appieno le caratteristiche naturali dell’uva e del territorio.

    7. Energia sostenibile: Utilizzo energie rinnovabili e tecniche a basso impatto energetico per limitare la mia impronta ecologica.

    8. Fermentazioni spontanee: Preferisco usare lieviti indigeni, senza aggiungere lieviti selezionati, per rispettare l’identità autentica del vino e la sua naturale evoluzione.

    9. Uso consapevole dell’acqua: Gestisco con attenzione le risorse idriche, implementando tecniche che riducano lo spreco e conservino questa risorsa vitale.

    10. Equilibrio tra uomo e natura: Lavoro costantemente per mantenere un equilibrio armonioso tra me, le piante e l’ambiente, riconoscendo l’interdipendenza di tutti gli elementi.

    Questo approccio olistico, che abbraccia tanto la coltivazione quanto la trasformazione e gestione, è al centro della mia filosofia con I Carpini, con l’obiettivo di produrre vini che siano espressione autentica della terra e del rispetto per la natura.

    A mio nipote.

    Terre d’Ombra è il vino ottenuto dalla lavorazione di uve autoctone a bacca rossa dal vitigno battezzato con il nome di mio nipote Carlo Alberto. Questa varietà si esprime con vigoria sor- prendente e sembra aver trovato in questa biosfera, un ambiente ideale per dare frutti generosi e sani dai quali dar vita ad un vino particolarmente ricco, fresco e inebriante.

    Degustando questo vino si viene travolti dall’indomabilità selvaggia del suo carattere sensuale ed avvolgente fatto da abbondanti frutti rossi, susine, che bene si integrano con i profumi terziari, trasformandosi con potenza sul palato in una beva che riscalda e che lascia una voglia insaziabile tesa al sorso successivo. È la bottiglia che stappo al crepuscolo per goderne in buona compagnia.

    Profilo:

    Floreale 51%
    Fruttato 53%
    Mineralità 48%
    Corpo 69%
    Persistenza 69%
    • 18° gradi centigradi
    • solo 2000bottiglie annue
    • 14,5% gradazione alcolica
    • Annata 2018

    Abbinamenti gastronomici

    Salumi stagionati

    Lasagne

    Lepre in salmì

    Approccio Olistico

    Il vignaiolo olistico vede la vigna come una piccola parte di un più ampio ecosistema dentro il quale ogni elemento vive in simbiosi ed armonia con l’altro. Per essere vignaio olistico, ho scelto Pozzol Groppo, un piccolo paese rurale sull’Appennino tortonese perché inserito in un contesto di rara incontaminazione, che mi permette di prendermi cura di tutti gli elementi che compongono l’ecosistema: non solo la flora e la fauna ma anche aria, terra e acqua, rispettando la biodiversità.

    Il vino non ha fretta

    Non nasco vignaiolo ma per scelta è diventata la mia vita. Dalla frenesia dei tempi moderni nella quale sono cresciuto e dove mi sono formato, ho imparato quanto sia fondamentale per un vignaiolo saper osservare, attendere vigilando con attenzione tutto ciò che ci circonda: la natura”

    Vigna Biologica

    Le caratteristiche del territorio rendono unica la nostra vigna biologica. Il nostro territorio presenta un terreno molto articolato, con significative variazioni sia nella composizione del suolo che nelle pendenze ed esposizioni, nonché falde acquifere sotterranee. 
Nel terreno della vigna biologica si alternano stratificazioni di argilla e calcare fossile, molto importanti per la vitalità del corpo dei vini, e con presenza di gesso e pietra arenaria che contribuiscono a conferire eleganza e longevità.

    I nostri vitigni

    Seguendo lo stesso criterio d’integrazione nell’ecosistema, la scelta più coerente e logica è stata sin da subito quella di mettere a dimora i vitigni autoctoni più affini: Barbera, Timorasso, Albarossa. Per i vitigni, non potevo trascurare il mio lato ludico e bambino, e quindi non ho resistito e ho piantato alcuni filari di Cabernet Sauvignon e Merlot, per giocare e vedere come il terroir avrebbe potuto influire su di loro.

    Vignaiolo Naturale è colui che rispetta il territorio e si adopera per esaltarne le caratteristiche.
    A tal fine, il Vignaiolo deve saper osservare, interpretare e ascoltare la natura

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