La parola Blockhaus evoca soprattutto una storia di briganti. Per combatterli, subito dopo l’Unità d’Italia l’esercito piemontese costruì un “blockhaus” su una delle vette della Maiella: così allora venivano chiamati, con un termine evidentemente asburgico, i fortini di roccia.
La costruzione fu ultimata nel 1863, a poca distanza dal luogo in cui i briganti della Maiella avevano inciso sulla roccia la “tavola” nella quale testimoniavano la loro resistenza all’oppressore piemontese.
Al naso è aromatico, deciso ma non violento. Al palato è suadente ma complesso, con una sorprendente nota balsamica. Finale amaro e molto pulito.
Questo amaro armonico e corroborante racchiude i principi attivi di diverse erbe, fiori, frutti e radici tipici della tradizione erboristica abruzzese. Le principali botaniche utilizzate sono l’issopo, l’anice, la genziana, la satureia montana e la menta.
Le tinture, in parte ottenute dalla macerazione delle botaniche in finissimo alcol, in parte mediante distillazione, vengono sapientemente miscelate per ottenere un concentrato di assoluta genuinità e naturalezza. I sistemi di lavorazione del tutto tradizionali non contemplano tecniche moderne, al fine di mantenere inalterate le caratteristiche delle essenze utilizzate.
Al naso è aromatico, deciso ma non violento. Al palato è suadente ma complesso, con una sorprendente nota balsamica. Finale amaro e molto pulito.
Va servito liscio, preferibilmente freddo. Si presta perfettamente alla miscelazione, come base per la rivisitazione di celebri cocktail o per la creazione di nuovi, secondo la sensibilità del mixologist.
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