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Fondo San Giuseppe Caramore

    Fondo San Giuseppe Caramore

    Ravenna Chardonnay Igt 2022

    Il nome deriva dall’unione delle parole “caro amore”.  Le uve provengono da un vigneto di oltre vent’anni di età con esposizione nord est, la cui superficie è di 0,7 ettari. Il terreno è argilloso calcareo, ricco in scheletro marnoso e piuttosto “magro”. Per questo la produzione è sempre molto bassa e le uve presentano ottima concentrazione e un ricco spettro olfattivo.

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    Scheda tecnica

    Descrizione

    Chardonnay 100%

    Le uve provengono da un vigneto di oltre vent’anni di età con esposizione nord est, la cui superficie è di 0,7 ettari.

    Il terreno è argilloso calcareo, ricco in scheletro marnoso e piuttosto “magro”.

    Per questo la produzione è sempre molto bassa e le uve presentano ottima concentrazione e un ricco spettro olfattivo.

    La raccolta è manuale e i grappoli vengono adagiati in piccole cassette e trasportati in cantina.

    La fermentazione è condotta in recipienti d’acciaio.

    La maturazione del vino avviene per la metà della massa in acciaio e per l’altra metà in tonneaux di Allier per circa 6 mesi; trascorsi i quali le due masse vengono unite e dopo una breve permanenza in acciaio il vino viene imbottigliato.

    Colore: giallo paglierino intenso.

    Profumo: al naso prevalgono decisamente gli aromi fruttati, in particolare il sentore di pera selvatica matura e note minerali, gessose.

    Gusto: in bocca mostra ampiezza e struttura che conferiscono al vino persistenza gusto-olfattiva.

    Abbinamento: antipasti misti, primi delicati, formaggi a pasta molle, verdure alla griglia.

    Profilo:

    Floreale
    Fruttato
    Mineralità
    Corpo
    Persistenza
    • 12°- 14° gradi centigradi
    • 4 mila bottiglie annue
    • 13% gradazione alcolica

    Abbinamenti gastronomici

    Aperitivi

    Piatti delicati

    Formaggi a pasta molle

    Gestione vigneti

    In accordo con la normativa biologica in vigna non vengono utilizzati prodotti di sintesi. Per migliorare la fertilità del terreno sono applicati i sovesci. Non viene impiegato nessun insetticida. Fra i fungicidi si utilizzano solamente zolfo e rame a basse dosi di impiego. Le potature e le legature vengono e ettuate manualmente. Il cotico erboso viene sfalciato meccanicamente e non si e ettua nessun diserbo chimico. Si cerca di ridurre al minimo i passaggi con i mezzi meccanici per non costipare il terreno

    Pigiatura

    Per le uve bianche si attua mediante una diraspa pigiatrice, che elimina dapprima i graspi, quindi, attraverso due rulli, attua una so ce pigiatura degli acini. Il mosto, le bucce e i vinaccioli vengono trasferiti in un torchio. Il mosto ore, che è rimasto a contatto con le bucce per un breve periodo, viene poi trasferito in recipienti d’acciaio per la fermentazione alcolica. Viene seguito lo stesso procedimento per le uve rosse, ma in questo caso le bucce vengono fatte macerare con il mosto per 10-20 giorni a seconda della varietà e dell’annata.

    Fermentazione

    Il mosto fermenta spontaneamente in piccole vasche d’acciaio nelle quali vengono gestiti anche i rimontaggi e la movimentazione delle fecce ni. La maturazione avviene per i vini bianchi in acciaio e solo per alcune tipologie anche in barrique, mentre per i rossi avviene solamente in acciaio

    Solforosa

    Viene utilizzata in dosi basse. Si utilizzano in media 60 mg/litro di anidride solforosa totale (il limite europeo per i vini bianchi convenzionali secchi è di 200 mg/l, mentre il limite europeo per i vini bianchi biologici è di 150 mg/l)

    Mi sento vicino al movimento dei vini naturali...
    e personalmente intendo il vino come frutto spontaneo della terra.

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